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Le origini della ‘Siena Vecchia’

Anche se vi si rilevano solo poche tracce, peraltro nascoste dalla fitta boscaglia, il Prof. E. Mazzeschi (che ha curato gli scavi archeologici) ha potuto tracciare i tratti caratteristici di questi insediamenti, definiti “castellieri“, costituiti da una o più muraglie concentrate, formate con pietre accatastate che in alcuni casi raggiungevano i tre metri di spessore, sovrastanti, in questo caso, la vallata del torrente Rosia.

Il nostro tentativo di sottolineare il duplice ruolo avuto dalle strade quali collettori d’acqua e vie di transito, condizionanti lo sviluppo planimetrico della città di Siena, non sarebbe comunque ancora chiaro se non ci riferissimo all’esempio di Roselle, una tra le città più importanti dell’Etruria settentrionale, a 9 Km da Grosseto. Importante centro etrusco, costruito su due colline che dominavano l’antico lago di Prile e la valle d’Ombrone, importanti vie d’acqua verso Chiusi, Murlo e Siena, nel 294 a.C. fu conquistata e sottoposta a Roma, di cui divenne colonia, perdendo con l’autonomia anche l’importanza politica e strategica, venendo relegata al ruolo di “castrum“. Tuttavia proprio queste sfortunate vicende storiche hanno consentito a Roselle di tramandarci i resti, pressoché originari, della cittadina etrusca, che ci restituisce confortanti prove circa le linee direttrici di sviluppo urbano e il relativo rapporto tra strade e luoghi di raccolta delle acque. Nel VIII sec. a.C. le due colline su cui oggi sorge Roselle avevano ancora cinte murarie separate e al centro, lungo i fossi che le dividevano, salivano le strade che dal fondo valle procedevano verso il centro dell’agglomerato, dove i Romani edificarono il Foro ed altri importanti edifici.

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Esempi di strade che dai fondo valle risalgono verso la città. A sinistra: Siena, Valle di Porta Giustizia. A destra: resti archeologici della città di Roselle (GR).

Basta un sopralluogo per accorgersi di come questi percorsi incontrassero le opere idrauliche, denunciando il legame con esse. Si scorgono pozzi raccordati alle condotte poste ai bordi, dove l’acqua defluiva – grazie alla pavimentazione stradale – in doccioni di marmo che scaricavano nelle cisterne, come ad esempio quella di origine romana, la più rilevante; oppure le stesse strade di crinale che fungevano da collettori d’acqua, visti i numerosi pozzetti presenti nella zona alta della collina, dove sonopresenti le più antiche strutture della città.

Immagine8 Roselle. Canale di raccolta delle acque piovane posto ai margini di una strada.

Immagine9 Roselle. Canaletta di scolo di acqua piovana, riversata su una cisterna interrata.

Immagine6Una riproduzione di un castelliere del Prof. Mazzeschi.

Immagine11Un’immagine aerea di Monteriggioni.

Immagine12Estratto di veduta aerea della città di Siena: molti i tratti di murature ‘curve’.

Immagine13Forme circolari nel centro storico di Siena. Si intravedono le “impronte” dei primi nuclei urbani.

Quanto detto ci aiuta a capire come la possibilità di captazione dell’acqua sia stata fondamentale per la nascita di nuovi centri urbani dettando di fatto “il modulo capace di riprodurne i nuclei abitativi, fino a tesserne la trama”.

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