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L’acquedotto del Vivo.

Nel primo decennio del ‘900 venne captata ed incanalata in una condotta della lunghezza di circa 80 chilometri, la sorgente amiatina, presso Vivo d’Orcia, dell’Ermicciolo. Cinquant’anni dopo il flusso dell’acqua del Monte Amiata venne accresciuto con l’apporto delle sorgenti ente e Burlana. Tuttavia , nel corso degli anni ’60, si ebbe la percezione che la crescita dei consumi avrebbe potuto creare nuove situazioni di carenza e si cercano altre risorse. Nella località chiamata Luco, vicino a Rosia nel Comune di Sovicille, furono localizzate ampie falde acquifere alimentate dai soprastanti terreni calcarei della Montagnola e vennero scavati dei pozzi. Dal 1980 l’acqua del Luco è così giunta a Siena attraverso un impianto della lunghezza di 15 Km, composto da una condotta forzata, dal serbatoio intermedio di Poggio Pigna e da una condotta a caduta. Il flusso d’acqua del Luco di miscela con quella del vecchio acquedotto del Vivo nel serbatoio di Montarioso arrivando nelle case con una rete di distribuzione di circa 400 chilometri.